Novembre, penultimo mese dell’anno che corre alla sua fine, con gli ultimi colori autunnali che si perdono a poco a poco nella nudità dei rami, con le sue nebbie e le piogge e il tiepido calore delle brevi giornate luminose, infonde mestizia e ci prepara al rigido inverno.
Il lavoro nei campi si attenua, il raccolto è riposto nei granai, la terra riposa in un operoso letargo, preparando un futuro raccolto che si spera abbondante.
Novembre, con le sue ricorrenze religiose, ci richiama ad una profonda riflessione sul mistero ultimo della nostra esistenza, aprendo l’orizzonte della nostra fede nel compimento della nostra speranza.
Il mese inizia con la contemplazione della Gerusalemme celeste nella festività di Tutti i Santi. Il Paradiso è la meta finale del nostro pellegrinaggio; è la nostra vera Patria, il compimento del Regno di Dio. Quanti hanno compiuto la volontà di Dio godono della visione di Dio e della pienezza di vita in perfetta comunione con il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. E’ la Chiesa celeste unita per sempre al suo Sposo, Cristo Gesù.
Dopo aver contemplato la Chiesa celeste, nella Commemorazione dei nostri Fedeli Defunti offriamo a Dio Padre la nostra preghiera di suffragio per quanti in Purgatorio attendono il giorno della loro liberazione. Per questi fratelli la nostra preghiera è come rugiada perché affretta il giorno della loro ascesa al cielo per congiungersi eternamente alla schiera dei Beati.
La Festa de Ringraziamento esprime la gratitudine a Dio per i frutti della terra, sostentamento quotidiano necessario al nostro vivere. L’uomo semina il seme con il suo lavoro e laboriosità ma Chi fa crescere e fruttificare è solo Il Signore: la Sua benedizione è feconda rugiada per i campi. Grazie, Signore, per i frutti della terra e per ogni attività affidata all’intelligenza dei Tuoi figli.
La festa di Cristo Re celebra la regalità di Gesù, il quale, essendo stato in tutto obbediente al Padre nell’opera della nostra redenzione, Dio Padre lo esalta al di sopra di ogni potenza “perché ogni ginocchio nei cieli, sulle terra e sottoterra si pieghi e riconosca che Egli solo è il Signore a gloria di Dio Padre.”.
Don Fortunato